Storia illustrata della lingua italiana
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Luca Serianni, Lucilla Pizzoli
Storia illustrata della lingua italiana
EDIZIONE: 2017
COLLANA: Sfere (129)
ISBN: 9788843089352
- Pagine: 160
- Prezzo:€ 24,00
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In breve
La lingua italiana ha una storia lunga molti secoli. Ha vissuto e vive tuttora nei pensieri e nelle parole di milioni di persone in Italia e nel mondo, prestandosi duttilmente, ma senza perdere la propria natura, a usi pratici e quotidiani, alle specializzazioni professionali e a monumenti letterari e artistici di impareggiabile bellezza. Questo libro intende accompagnare il lettore non specialista in un viaggio che renda visibili, attraverso un ricco corredo di immagini, le mille voci e i mille volti di coloro che nel corso del tempo hanno plasmato e poi reso vitale e creativa una delle lingue di cultura più apprezzate al mondo.
Da quando il web è diventato la piazza virtuale che dà la misura del sentimento popolare, si è potuto constatare quanto in Italia si sia sensibili anche a tutto quello che riguarda la lingua madre. In rete è tutto un proliferare di blog, siti, petizioni e dichiarazioni estemporanee dalle quali si ricava quanto gli italiani siano orgogliosamente compiaciuti dell’alto tasso di gradimento della propria lingua (all’estero, per esempio) e immediatamente reattivi se si tratta di difenderla dalle prevaricazioni di altre lingue o dal cattivo uso, vero e presunto, di qualche scrivente o parlante nativo (sia esso il giornalista o il politico di turno o lo studente fresco di laurea che si presenta a un concorso). Un sentimento che si potrebbe paragonare a quella soddisfazione con cui molti si sentono autorizzati a descrivere le bellezze del patrimonio artistico nazionale, magari aumentando in modo ingenuamente incontrollato il numero dei siti segnalati dall’UNESCO
In effetti la lingua rappresenta un fortissimo elemento di identità, ed è anzi da considerarsi “un bene culturale in sé” (sentenza della Corte costituzionale n. 42 del 21 febbraio 2017). [...] Eppure molti italiani, pronti a incensarne le meraviglie, si servono poi della lingua madre senza troppi riguardi. Tutto bene se ci riferiamo al parlato quotidiano: qui è ben comprensibile trattare la lingua con grande confidenza, senza stare a pensarci su. Ma c’è anche il parlato formale, che richiede un’adeguata riflessione sulle parole e sulle costruzioni da usare; e c’è soprattutto la lingua scritta, con le sue ben più sofisticate esigenze. Tuttavia, anche presso persone colte, che si guarderebbero dal trinciare giudizi nei settori di loro competenza, circolano pregiudizi e false convinzioni: dalla morte del congiuntivo alla convinzione che la culla dell’italiano sia Siena, e non, come indubitabilmente è, Firenze. […]
L’interesse per la lingua italiana va ben oltre la curiosità superficiale e la rivendicazione di appartenenza: vedere come funziona l’italiano è un po’ come assistere gli architetti che hanno progettato il Colosseo o guardare Leonardo alle prese con i pennelli. Ci serve per apprezzare di più chi ha saputo modellare magistralmente l’italiano, e anche, perché no, per provare a metterci alla prova con gli stessi attrezzi e gli stessi pennelli adattandoli con creatività ai nostri giorni.
Questa rinnovata attenzione per la visibilità della lingua si inserisce in una più ampia riflessione sulla possibilità di rappresentare, anche in forma museale, beni considerati immateriali. Dopo che, nel 2003, l’ UNESCO ha inserito la lingua tra i segni della cultura nazionale dei paesi (nella Convenzione internazionale per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale), sono sorti numerosi musei dedicati a lingue nazionali in paesi lontani tra loro per storia e tradizioni (anche per lingue molto meno diffuse dell’italiano: oltre all’afrikaans, al quale è stato dedicato un museo nel 1975, anche danese, occitano e lituano) e ancora molti progetti sono in corso di realizzazione per descrivere il patrimonio delle lingue: l’attenzione al plurilinguismo, alla biodiversità linguistica, va di pari passo con la consapevolezza che la tutela dei diritti linguistici rientri tra i mezzi efficaci a garantire la pacifica convivenza tra i popoli.