Quarant’anni di promessi paperi
da: Treccani.it
Quarant’anni di promessi paperi
Due chiacchiere con Edoardo Segantini, sceneggiatore del famoso omaggio disneyano.
Il weekend del 7-8 ottobre, a Milano, si svolgerà la terza edizione della Maratona Manzoni: la lettura collettiva de I promessi sposi in luoghi pubblici della città — in piazza san Fedele, in alcune case popolari e presso le centrali dell’acqua. L’idea è di ridare linfa al capolavoro di Manzoni — “una grande storia di tutti, concreta come il mattone degli edifici in cui si svolge, liquida come l’acqua da cui arriva” — e riportarlo nella sua dimensione urbana per eccellenza: Milano, appunto. Del resto i modi in cui I promessi sposi hanno plasmato il nostro immaginario sono molteplici, così come quelli con cui sono stati a loro volta riplasmati. Dagli adattamenti in lirica di Ponchielli e Petrella alla celebre riduzione in 10 minuti degli Oblivion, passando per i film di Bonnard e Camerini e il Renzo e Lucia televisivo di Francesca Archibugi, l’opera fondante del romanzo italiano (per usare una definizione da banchi di scuola) ha dimostrato di avere sempre parecchio da dire
Esattamente quarant’anni fa, Manzoni trovò spazio anche su Topolino con un adattamento parodistico dal titolo I promessi paperi. La storia fu pubblicata in due puntate, sui numeri 1086 e 1087, con la sceneggiatura di Edoardo Segantini e i disegni del grande Giulio Chierchini. (Una decina d’anni dopo ci sarà un bis alternativo: I promessi topi). L’operazione si inseriva perfettamente nella storia delle grandi parodie Disney, iniziata nel 1949 con L’inferno di Topolino — in cui Guido Martina e Angelo Bioletto partirono subito in quinta, confrontandosi con la prima cantica della Commedia. Da lì in avanti gli sceneggiatori italiani avrebbero rielaborato un gran numero di classici: Don Chisciotte, l’Iliade, l’Orlando furioso, Sandokan e persino la Gerusalemme liberata. (A chi interessa approfondire il discorso, segnalo un eccellente articolo in due parti di Marco d’Angelo).
Il punto di partenza de I promessi paperi è un ribaltamento del celebre matrimonio che “non s’ha da fare”: Renzo, interpretato da Paperino viene costretto a sposare Gertruda, la “scocciatrice di Monza” impersonata da una Brigitta che tormenta il burbero Paperone (qui nei panni di don Rodrigo). Da lì parte una vicenda che in parte segue in forma satirica l’originale, e in parte se ne distanzia in maniera creativa ma non irriverente. I bravi si mescolano ai Bassotti diventando i Bravotti; a Gastone tocca il ruolo del cugino di Renzo, Bortolo; e Paperina è il naturale equivalente di Lucia Mondella. Così, in onore del weekend manzoniano e dell’anniversario de I promessi paperi, ho fatto due chiacchiere al telefono con l’autore della sceneggiatura, Edoardo Segantini.