Ludolinguistica e didattica dell'italiano - La lingua batte del 10/01/2016

Wednesday, March 9, 2016

Ludolinguistica e glottodidattica, di Anthony Mollica (Guerra, 2010)

In questo numero de La lingua Batte una intervista a Anthony Mollica sulla Ludolinguistica, un modo di imparare la lingua attraverso i giochi di parole.
Anthony Mollica è Professore emerito alla Brock University, in Canada, dove ha insegnato corsi di metodologia per il francese, l’italiano e lo spagnolo dal 1984 al 2003. È stato autore curatore di più di sessanta volumi sull’insegnamento della seconda lingua e direttore delle maggiori riviste canadesi di lingua.

       Ascolta l'intervista

dall'introduzione al libro  di Anthony Mollica, Ludolinguistica e Glottodidattica. Perugia, Guerra edizioni, 2010

In un saggio pubblicato in Dialogue, H. H. Stern sottolinea che l'insegnamento di una lingua [si riferisce al francese, N.d.A.] richiede un approccio diversificato e sottolinea che:

Negli ultimi anni si è fatta strada una nuova visione relativamente all'acquisizione delle lingue, in parte grazie agli studi sull'apprendimento delle seconde lingue ed in parte grazie alle ricerche sulle esperienze di "immersione". Si è concordi nel sottolineare il fatto che una lingua non può essere appresa con la sola pratica formale; si impara di più e meglio fare qualcosa utilizzando la lingua (1983, p. 4).

Pierre Calvé (1985, p. 278) fa eco a queste affermazioni quando concorda che

Ce n'est qu'en communiquant qu'on peut apprendre à communiquer ("è solo comunicando che si impara a comunicare".)

La parola chiave nella citazione di Stern riportata sopra, nell'affermazione di Calvé e nel motto è "coinvolgimento". E se siamo concordi nell'accettare il fatto che "si impara meglio facendo" e che parliamo quando abbiamo qualcosa da dire o quando vogliamo ottenere informazioni che ci interessano, lo stimolo che stiamo per proporre, dunque, soddisfarà entrambi i presupposti e le funzioni.

Nicola Zingarelli nell'edizione del Vocabolario della lingua italiana del 1998, per la prima volta registra la voce , "ludolinguistica" definendola:

branca della linguistica che si occupa di giochi di parole e combinazioni lessicali.

Rossi (2002, p. 247), a sua volta, conferma la definizione:

la ludolinguistica abbraccia tutti i giochi di parole in chiaro, contrapponendosi all'enigmistica classica, in cui entrano quei componimenti che propongono ai solutori uno o più soggetti sotto il velame delli versi strani (Dante).

Perché la ludolinguistica nella glottodidattica?

L'uso dell'enigmistica e dei giochi nelle lezioni di lingua straniera è ormai diventato un elemento intrinseco a numerosi approcci ed è, di fatto, la scelta di molti docenti per quanto riguarda le attività di revisione e di rinforzo di grammatica, lessico e abilità comunicative, a un punto tale che diventa difficile ipotizzare un programma di formazione per docenti senza un seminario o un laboratorio che tratti l'argomento.

Si tratta di tecniche molto versatili, che possono essere utilizzate sia per compiti specifici che coprono punti discreti (quali il rinforzo strutturale e la conoscenza lessicale) sia per compiti di tipo interattivo (comunicazione e funzioni).

James Fixx (1978, p. 18), infatti, suggerisce che il motivo è, senza alcun dubbio, perché

i giochi enigmistici non solo ci danno piacere ma ci aiutano anche a lavorare e a imparare in un modo più efficace.

Se si escludono alcuni tentativi di fissarne la validità e di fornire una tipologia psicologicamente appropriata al loro utilizzo, poco è stato fatto al fine di dare a questo argomento una trattazione empirica esaustiva.

In Italia, tra i primi studiosi ad interessarsi di didattica ludica, troviamo Giovanni Freddi, uno dei padri fondatori della glottodidattica italiana, con le sue pubblicazioni degli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso. Freddi (1990, pp. 130-136) indica vari principi fondamentali sui quali deve basarsi la didattica ludica: sensorialità, motricità, bimodalità neurologica, semioticità, "total physical response", relazionalità/transazionalità, pragmaticità, espressività, autenticità, biculturalismo, naturalità, integrazione delle lingue, ludicità.

Dal punto di vista delle teorie dell'acquisizione linguistica e della ricerca, esistono solide basi di tipo psicologico che supportano e giustificano l'uso di tecniche ludiche quale integrazione, supplemento o anche riferimento principale nell'insegnamento delle lingue straniere.